GP GIAPPONE 2017: Rubinho Ramengo vince grazie al simulatore; Ducati Leda quasi campione

Foto: Immagine segretissima del simulatore del team Uegia Russa con cui Rubinho Ramengo ha preparato la gara di Suzuka.

Dopo due vittorie rocambolesche, Giraudo a Singapore e Lercio a Sepang, arriva un altro risultato a sorpresa: Rubinho Ramengo passa velocemente in testa e vince su un redivivo Jukdo talmente staccato da esultare convinto di non aver nessuno davanti. Nelle interviste dopogara Rubinho ha confessato che il segreto della vittoria è stato l’aver preparato minuziosamente la gara con il simulatore del team (vedi foto in esclusiva mondiale per il nostro sito n.d.r.).

La lotta per il campionato vede Ducati Leda fare il ragioniere e guadagnare altri 6 punti su Eddie Giulian ormai rassegnato alla sconfitta; solo la matematica separa Ducati Leda dal suo primo titolo mondiale. In questo scenario parlare di “lotta” per il mondiale sembra un termine eccessivamente forte.

Nel Campionato Costruttori la Troyota continua nel suo periodo di difficoltà permettendo agli inseguitori di accorciare il distacco. Se è assodato che per il campionato piloti il discorso ormai è chiuso, nel costruttori ci sono almeno 4-5 squadre che possono ancora giocarsi il titolo.

Ordine di arrivo ufficiale del GP di Giappone 2017, sedicesima gara della stagione:
1° Rubinho Ramengo (Uégia Russa) (112 pti): Domina dall’inizio alla fine (terza vittoria in carriera) ed entra nella top10 del campionato piloti, suo target stagionale.

2° Jukdo (Farlocco) (96 pti): Taglia il traguardo festeggiando convinto di aver colto la sua seconda vittoria stagionale, peccato che Rubinho fosse già sul podio ad attenderlo…

3° Roebel Albergatti (SRT) (95 pti): Primo podio stagionale, colpo d’orgoglio.

4° Doc (Topo Rosso) (94 pti): Buon risultato, finisce ai piedi del podio, pare che la sfida all’ultimo punto con Lercio lo abbia rivitalizzato.

5° Ducati Leda (Smarmittati) (92 pti): Passerà alla storia come il “campione ragioniere”, con questo atteggiamento non infiammerà le folle con sorpassi da urlo ma nell’albo d’oro del Fanta F1 comparirà pure il suo nome.

6° Bastian Contrario (Team RNC) (92 pti): Remissivo con Ducati Leda, aggressivo con Manico Lercio. Forte con i deboli e debole con i forti: vergogna!

7° Manico Lercio (Flauto Lenti) (91 pti) : Raggiunge Bastian Contrario che è disposto all’incidente pur di non perdere la posizione. La logica (e il box n.d.r.) gli suggerisce di accontentarsi dei sei punti odierni per restare in corsa nel costruttori.

8° Eddie Giulian (Troyota) (90 pti): Campione deposto, non fa nulla per ribaltare l’esito della gara…

9° Pacio Torrebotto (Smarmittati) (89 pti): Punti utilissimi nel costruttori.

10° Villa Real (Hyper Racing) (89 pti): si fa beffare dall’odiato Torrebotto, tutta esperienza che entra.

11° Souris (Topo Rosso) (85pti): Staccatissimo dalla zona punti.

12° Salsarosa (Team Muggé) (84 pti): Parte dalla pole ma ha problemi ad avviarsi, perde posizioni: fuori dai punti ma Tomatussi non passa!

13° Tomatussi (Farlocco) (84 pti): Quando vede rosa, anzi, Salsarosa perde lucidità. Occasione persa per riagganciare il treno per il titolo piloti.

14° Raphael Tamatoa (Uégia Russa) (84 pti): Con la stessa vettura Rubinho domina. Bocciatura pesante per l’ex promessa del Fanta F1.

15° Maltomata (Team Muggé) (83 pti): Altra gara fuori dai punti…

16° Stefano Giraudo (Hyper Racing) (81 pti): Singapore è un lontano ricordo.

17° Asok (Troyota) (80 pti): Da quando è diventato gregario è svogliato, eppure avrebbe ancora delle chances di ben figurare in classifica.

18° Gabor Swan (SRT) (76 pti): Crollo verticale dopo due podi consecutivi.

19° Rossocorsa (Team RNC) (72 pti): Gara da dimenticare. Si vocifera che in caso di arrivo a punti avesse promesso una focacciata…

20° Vanny Cianin (Flauto Lenti) (70 pti): Due punti nelle ultime due gare. Rischia il posto, Uliana Lercio della Flauto Lenti Driver Accademy potrebbe sostituirla già ad Austin!

DNS Gilberto Wieland (Team Hg-A90): Assente anche sui social…

DNS Mr. Paper (Team Hg-A90): Vedi Gilberto Wieland.

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